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Degustare la relazione

10
Feb, 2023

De-gustare qualcosa significa gustare prima, a piccole dosi, con lentezza voluta! Lo so che è strano abbinarlo alla relazione, ma seguimi e scoprirai nuove possibilità di applicazione di questo termine che è estremamente sensoriale e vicino al come percepiamo il mondo attorno a noi.

Come esperto di Referral marketing® negli ultimi dieci anni ho attivato due linee di specializzazione: Business Tasting® e Referral Tasting®.

Il primo, Business Tasting, lavora sull’aspetto transazionale del business portandolo a livello relazionale, quindi si focalizza su come possiamo fare azienda avendo la cura dei valori delle persone, dei loro obiettivi e missioni, con metodologie come ad esempio Diamante o Scegliere di scegliere, che ci consentono di portare a terra il lato intangibile della nostra persona anche in area business implementando gli affari, le partnership nell’attenzione relazionale.

E invece Referral tasting? o testing?

Degustare la relazione

Be’ sembra un gioco di parole che può confondere e più in superficie anche equalizzare tutto: degustare o testare la relazione, è la stessa cosa? Quando degusto un calice di vino forse, in parte, lo sto anche testando.

In questa sottile differenza, una vocale soltanto, si cela tutta la mia missione professionale e di vita.

Nel passare degli anni mi trovo a riflettere su come ho vissuto le relazioni business e non, e mi chiedo cosa ho messo in campo per coltivarle e nutrirle. Se infatti parliamo di degustare il business e più profondamente le relazioni alla base del business, allora vale la pena di parlare di degustare la relazione, denotando la forte volontà di dare una chiara missione alla mia professione di consulente professionale.

Degustare la relazione significa nutrire la persona fisica alla base della piramide di Maslow da un lato, quindi come necessità di cibo per sopravvivere, ma anche in senso intangibile legato all’imprendere professionale. L’imprendere ha come bisogno primario il nutrire la reazione tanto quanto l’uomo si nutre di cibo, affinché questa cresca in salute e si evolva. Nutrire quindi se stessi prima, per riuscire ad essere abbondanti nel nutrire gli altri, senza confini materiali o immateriali.

Degustare la relazione

Proviamo a domandarci “Come mi nutro” e “come sto nutrendo chi ho accanto”, sia dal lato materiale che interiore, sul piano tangibile o intangibile della relazione. In quanto animali sociali e bisognosi di un cibo buono, fisico e interiore, dobbiamo mettere nella scala dei bisogni il cibo che nutre il corpo allo stesso livello del cibo che nutre l’anima. Se pensiamo alla scala dei sedici bisogni di Steven Reiss, allora vediamo come lui denota la sfera intangibile dei bisogni alla stessa importanza di quella materiale:

 

  1. Accettazione, il bisogno di essere apprezzati,
  2. Curiosità, la necessità di scoprire e imparare,
  3. Cibo, la necessità di cibarsi,
  4. Famiglia, la necessità di generare e crescere figli,
  5. Onore, la necessità di essere congruenti ai valori,
  6. Idealismo, il bisogno di giustizia sociale,
  7. Indipendenza, avere l'individualità,
  8. Ordine, bisogno di ambienti stabili e organizzati,
  9. Attività fisica, la necessità di esercitarsi,
  10. Potere, la necessità di avere influenza personale sul mondo esterno,
  11. Amore, il bisogno di istinto sessuale e bellezza,
  12. Risparmio, la necessità di accantonare,
  13. Contatto sociale, bisogno relazionale,
  14. Status, la necessità di essere significativi in una comunità,
  15. Tranquillità, il bisogno di sentirsi al sicuro,
  16. Vendetta, la necessità di restituire i colpi per vincere.

 

La parola inglese Tasting significa letteralmente degustare. La degustazione abbinata a relazione e affari ci trasporta verso un approccio nuovo, infatti, in italiano, non si usa dire ‘degustare le relazioni’, anche se potremmo dato che percepiamo in modo multisensoriale anche quando siamo con le persone. Odori, colori, movimenti, intuizioni ci permettono, se consapevoli, di degustare e nutrirci della relazione.

La degustazione porta anche con sé un concetto di tempo dilatato. Infatti se beviamo un bicchiere di vino, immaginiamo di ingoiarlo a sorsi, quasi per dissetarci. Se invece degustiamo, a piccoli assaggi, possiamo anche percepire il colore e le note olfattive, oltre alla temperatura. La degustazione relazionale è tale solo se ci si approccia con tatto e cautela, con modi e tempi giusti, avvicinandosi all’altro da per gradi e in modo multisensoriale.

Degustare la relazione

Ho denotato tre modalità d’approccio + 1: pregiudizievole passionale e moderata.

Quando approccio alla relazione in modo pregiudizievole, lo faccio con un certo distacco. Osservo a distanza, valuto prima se mi interessa o meno, anche un po’ così a pelle, senza sapere molto di più di quello che vedo, e addirittura decido in fretta se immergermi o abbandonare la relazione.

Quando invece scelgo la modalità passionale, azzero subito le distanze, non giudico e scelgo la relazione senza sapere dove mi butto e in assenza di informazioni.

L’approccio moderato descrive quando osservo alla giusta distanza, giudico, valuto e testo in base alle informazioni che ho raccolto, decido di buttarmi nella relazione sapendo qualcosa della persona. Questo approccio è il più frequente e può descrivere un Referral testing, con la “e”.

Avrete certo notato che ho anticipato le modalità in tre + 1.

Il plus è un quarto atteggiamento, quello inusuale e che più mi appartiene. È un’alchimia. È l’approccio degustativo: mi avvicino, mi do il tempo di sentire, conoscere e apprezzare l’altro da me coinvolgendo più sensi possibili. Scelgo con calma, a ragion veduta e valuto se approfondire con un approccio moderato ma consapevole. Referral tasting, con la “a”, consente di vivere la relazione con grande intensità perché voluto o scelto grazie ad un cammino di attesa, empatia, curiosità e consapevolezza.

Giudizio e pregiudizio a monte, con il testing, possono essere limitanti verso ciò che non si vede! Talvolta dentro un buon calice di rosso, può celarsi un buonissimo succo di mirtillo! E scoprire che è bello brindare anche con quello.

È importate in questa visione il partire senza preconcetti.

Proviamo a scrivere cosa stiamo sentendo rispetto ad una nuova conoscenza. Descriviamolo senza giudicare. Poi passiamo a cercare anche cosa c’è ma che non stiamo sentendo perché non siamo aperti o abituati a modalità diverse dalla nostra. Cosa proviamo di diverso dal solito?

Tu di solito come ti approcci ad una nuova relazione?

Claudio Messina

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