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La metodologia del talento

18
Lug, 2024

Scoprire il proprio talento è solo il primo passo!

È fondamentale dirigere la nostra auto-disciplina verso le attività che davvero ci servono a raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati.

Non è possibile fare tutto e per questo dobbiamo essere bravi nello scegliere cosa fare e quando, così da renderlo il punto di riferimento nella nostra vita.

L’auto-disciplina è un elemento magico nella ricetta del successo, la parte sommersa dell’iceberg che gli altri non colgono quando assistono al nostro genio.

Riguardo al nostro talento:

  1. Mettiamolo alla prova, con noi stessi e con gli altri, in qualsiasi luogo, in qualsiasi momento. Il talento è come un muscolo, o lo usiamo o si atrofizza;
  2. Alleniamolo, applicando la tecnica della ripetizione continua, al fine di affinarne sempre di più l’efficacia. Il successo di ieri non ci garantirà il successo di domani. È il lavoro che faremo oggi che lo garantirà;
  3. Condividiamolo come il dono più bello che ci sentiamo di dare agli altri;
  4. Uniamolo al talento degli altri in un ambiente potenziante, in cui i talenti si valorizzano e completano a vicenda. Siamo generativi, oltre che collaborativi;
  5. Facciamolo fluire in modo naturale, in uscita verso gli altri e in entrata verso noi stessi, affinché possa ricaricarsi di energia auto generativa, in quanto fonte ispiratrice per noi stessi e per gli altri.
    Verifichiamone l’efficacia e l’impatto sul mondo identificandone il valore distintivo che porta nella nostra vita e in quella altrui.

La metodologia del talento

Per implementare il miglioramento continuo del nostro talento:

  1. Alleniamolo ogni giorno: la preparazione oltre che la ripetizione saranno le madri del nostro successo;
  2. Osserviamo e apprendiamo da coloro che stanno già esprimendo al meglio il talento a cui ci ispiriamo; guardiamo e guardiamoci ogni giorno con gli occhi di un bambino, disposto a imparare da ogni sua espressione;
  3. Suddividiamo il nostro grande obiettivo in piccoli passi e percorriamone uno ogni giorno, tutti i giorni. L’obiettivo reale non è la pratica, ma il progresso. Meglio cinque minuti ogni giorno di esercizi che due ore di seguito al mese;
  4. Facciamo pratica con altri e anche da soli, individuiamo subito l’errore e correggiamolo. La vera pratica inizia quando incominciamo a fare bene. Mettiamoci alla prova ogni giorno e confrontiamoci con gli obiettivi che ci siamo prefissati;
  5. Insegniamo agli altri man mano che raggiungiamo maggiore consapevolezza sul nostro talento: sarà il modo migliore per imparare.

 Negli anni ‘90, lo psicologo svedese K. Anders Ericsson e la sua équipe di scienziati, dopo numerose ricerche, hanno scoperto che tutti gli esperti mondiali, in un qualsiasi campo, hanno trascorso un minimo di diecimila ore praticando in modo intenso la loro abilità. Sebbene questo numero sia qualche volta frainteso come una soglia magica, in realtà si tratta di una regola approssimativa che sottolinea una verità più grande: Il talento cresce attraverso la pratica profonda, non importa da dove partiamo, quello che è importante è quello che facciamo da quando decidiamo di fare, investendo sul nostro talento.

I latini dicevano: “Gutta cavat lapidem”, ovvero: “La goccia scava la pietra”, ed è proprio questo spunto su cui si basa questa teoria: con pazienza, perseveranza e tenacia è possibile raggiungere anche i risultati che a prima vista sembrerebbero impossibili.

La parola d’ordine è: “Nessun limite!”, così da scatenare le nostre capacità, quali basi risultanti dall’applicazione dei nostri talenti alle nostre scelte.

Andrea Colombo

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